La vita della Società nelle pagine dei giornali dell’epoca
a cura di Beniamino Lori
Sfogliando i giornali locali della seconda metà dell’Ottocento si può tracciare uno “spaccato” della vita della Società Operaia di Suna naturalmente frammentario ma sufficientemente indicativo del cammino intrapreso dal nostro sodalizio agli albori della propria vita.
Nel marzo 1882 si svolse a Roma un Congresso delle Società Operaia Italiane finalizzato al riconoscimento giuridico delle stesse. In rappresentanza delle dieci Società della città venne delegato quale rappresentante il cav. De Lorenzi: con ogni probabilità la Società Operaia di Suna faceva parte di queste dieci società deleganti ma non se ne ha notizia certa.
In assoluto il primo riferimento alla Società Operaia Sunese lo si legge sulla “Voce” del 20 giugno 1882, nell’articolo che si rifà al “grandioso” Corteo ad Intra per la morte di Giuseppe Garibaldi (il 18.6.82) nel quale è citata la nostra Società tra le tante partecipanti.
Di poche settimane dopo, il 16 agosto, l’articolo relativo alla “Festa Operaia” che la domenica precedente si sarebbe tenuta in località “poggio della ramoliva” per celebrare il quinto anniversario di fondazione, tra armoniosi concerti proposti dal Corpo Musicale Sunese.
E’ presumibile che il luogo ove si teneva la festa fosse sito nel parco dell’attuale villa “Ramoliva” in località “Tre Pini” recentemente acquistata dal dott. Ponchio.
Più certo il riferimento alla corale di cui si parla: la Società Orchestrale Sunese diretta dal maestro Antonio Fiaccone organista ufficiale della parrocchiale di Madonna di Campagna e padre dell’organista di S. Vittore in Intra. Numerosi i riferimenti a tale personaggio, presente in tutte le feste musicali del periodo spesso tenute presso il “Gran salone del Circolo Operaio Sunese”: tutto fa pensare che la Società Operaia gestisse questo luogo di svago.
Del maestro Fiaccone, più tardi nel 1895, si parla in occasione della costituzione della “Associazione Femminile di canto” nata in quell’anno a Suna.
La Società Orchestrale Sunese divenne poi nel 1888 la La Società Filarmonica diretta dal tenente Benvenuti Tommaso in seguito eletto quale consigliere comunale di Suna.
Una nota relativa al dicembre ’83, relativa alla morte della Nobildonna Bona Teresa (moglie dell’ing. Rossi Antonio) indica come beneficiaria di un lascito di £. 50, tra le altre associazioni sunesi, anche la Società Operaia, mettendo in luce (se mai ce ne fosse bisogno) che le “entrate” del sodalizio non si limitavano alle sole quote mensili dei soci.
Alla morte dell’ing. Antonio Rossi avvenuta il 26 agosto 1887 dopo lunga malattia, anche la Società Operaia beneficiò di un suo lascito, certamente non cospicuo come quello dell’Asilo infantile di Suna; ne sono prova le continue citazioni del nostro sodalizio accanto agli altri Enti e Associazioni, di cui si parla a proposito di tale personaggio. Un fatto risulta certo: l’eredità dell’Ing. Rossi determinò, in Suna, un vero vespaio, con annessi processi, denunzie pubbliche e veri e propri furti! I giornali dell’epoca andarono a nozze!
La nostra Società, comunque, non fu mai citata per questi tristi avvenimenti.
Però un socio fondatore, tal Malcotti Valentino fu Orazio nato l’8 dicembre 1837, falegname, risulta inquisito, insieme ad un tal Cobianchi, per aver sottratto nell’appartamento dell’Ing. Rossi (“presente la salma”) da un “comò” alcune cartelle bancarie per il valore di 100 lire.
Non si ha notizia dell’esito del processo ma dal “Registro di matricola” della Società Operaia il Malcotti risulta “dimissionario per mancato pagamento” e non “espulso” perché condannato a pene detentive. Dunque rimane il ragionevole dubbio sulla sua colpevolezza!
Del marzo 1885 il primo articolo che ci presenta attività societarie riconducibili non al “mutuo soccorso” ma “all’istruzione”: è un caldo invito al presidente affinché si impegni a far partire una “scuola di disegno” per artigiani (come altre società consorelle avevano già fatto e che la nostra aveva proposto con esito negativo, negli anni precedenti, “probabilmente per il costo eccessivo”).
Ciò può far pensare che, nonostante nel nome non apparisse, la nostra Società fosse originariamente di “Mutuo Soccorso ed Istruzione” come chiaramente espresso nell’art. 2 dello Statuto di allora.
Prima di proseguire è opportuno dare uno sguardo la situazione politico religiosa di quel periodo a Suna, al fine di inquadrare i diversi personaggi di cui si parla nelle cronache del tempo.
Suna era, nel 1877, un comune a sé stante (e rimase tale fino al 1929) a capo del quale vi era, come sindaco, il cav. avv. G. Cuzzi; facevano parte dell’Amministrazione comunale Agnisetta Annibale (già segretario della Società Operaia) e Rattazzi Giuseppe.
Nel 1886 fu nominato sindaco Zucchinetti Antonio e due anni dopo le elezioni amministrative portarono alla sostituzione degli amministratori con Cuzzi Stefano, Benvenuti Tommaso (Tenente) e dall’avvocato Zucchi Natale.
Era parroco, in quel tempo, don Felice Fortina che nel 1887 venne nominato parroco di Vespolate (con grande rimpianto dei sunesi) e che venne sostituito da don Lazzaro Bongioanni, proveniente da Varallo Pombia e che entrò ufficialmente nella parrocchiale di Madonna di Campagna l’11 marzo 1888. Se dunque si intravedono legami tra Amministrazione Comunale e Società Operaia di questi non se ne vede però traccia con la parrocchia di Suna.
Così come non esiste traccia di possibili contributi dati dal sodalizio per opere della chiesa: come dire Dare a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio”.
Per tornare alle vicende del nostro sodalizio risulta curioso l’appello apparso sulla “Voce” del 16 marzo 1888, ove si invitavano i soci a rieleggere presidente, nonostante il suo dichiarato dissenso, Rossi Alberto, cosa che puntualmente avvenne il 26 marzo (con 72 voti) e che costrinse il suddetto a restare, a furor di popolo, a capo del sodalizio presumibilmente fino al 1894, da Stefano Cuzzi (di cui già si è detto come Consigliere del comune di Suna).